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domenica 19 maggio 2013

Recensione "Il Grande Gatsby"

Finalmente recensisco il film che aspetto da una vita, o forse anche di più.
Quello che mi fa arrabbiare, è che la maggior parte della gente che è andata a vedere questo film, l'ha visto un po' per Leonardo Di Caprio (giuro, conosco gente che ha detto "voglio andare a vedere Gatsby! Ci vado per Di Caprio!!". Vi sparerei in mezzo agli occhi con una pallina di paintball), e l'altra metà l'ha visto pensando che fosse la novità assoluta (??).
Io, fedelissima alla versione del 1974 con l'amoredellamiavitailbellissimo Robert Redford, non mi aspettavo granché da questo film. E infatti alcune cose non mi sono piaciute. Ma altre sì.


Ma torniamo a noi.
Siamo a New York, nel 1922. Un giovane scrittore in erba, Nick Carraway, si trasferisce nell'ex casotto di un guardiano a West Egg (un quartiere molto ricco).
Dall'altra parte della baia, si scorge la maestosa tenuta dei Buchanan, abitata da sua cugina Daisy, dal suo ricco marito e dalla loro bambina. Ma quello che catturerà l'attenzione del giovane scrittore, è la villa abitata dal suo vicino di casa, un uomo a quanto dire ricchissimo che, di notte in notte, organizza feste magnifiche piene di balli, champagne, donne, e soprattutto, dove girano leggende sul conto di questo uomo. Sulla vita di Jay Gatsby, infatti, inizieranno a girare le storie più assurde. Passerà da eroe di guerra a contrabbandiere e assassino. Ma tra le tante storie che girano sulla sua vita, solo Nick Carraway scoprirà la verità, dopo che sarà entrato per una notte nella "villa delle meraviglie", e avrà stretto un'intensa, seppur breve, amicizia con Gatsby.




Il film è diretto da Baz Luhrmann, che dopo il flop con "Australia", ci riprova. Meh.
Forse perché l'ho visto con gli occhi di chi non si aspettava granché, forse perché sono rimasta fedele alla visione del 1974 con Redford, non so bene dire come l'abbia trovato. 

E quindi Lurhmann prova, nella seconda metà del film si prova a cambiare rotta, con un risultato ahimè spicciolo, basato su un Gatsby solo, triste, rigirato come un burattino, dove contano solo serate a tema Bourlesque, discoteca e rap a manetta. Eh sì, la musica tamarrissima non ci voleva.
Ok che siamo nel 2013, ok che si tratta di un remake, ma è sempre ambientato negli anni '20. Quindi mi sarei aspettata un po' più di Jazz e un po' meno Jay-Z/Beyoncé/Lagna Del Rey/Fergie/Will.I.Am/Florence&TheMachine/Gotye(-.-)
Cioè, con un budget di 105 milioni di dollari, mi aspettavo qualcosa di meglio. Ok, non di meglio, ma di inerente al contesto. Siamo negli anni '20, suvvia. Un po' di apertura mentale.

Un cast immenso, c'è da dirlo.
Leonardo Di Caprio diventa più capace ogni film che passa. E' proprio lui che ti fa passare le parti noiose del film (e ce ne sono parecchie). Senza nulla togliere al nostro amato ex Spiderman, Tobey Maguire, che in questo film ha potuto dare voce al suo lavoro di attore capace. 
Troviamo poi Carey Mulligan, dolce e carismatica nel ruolo di Daisy.
Joel Edgerton nel ruolo di Tom Buchanan, il marito di Daisy.
E soprattutto Isla Fisher (che io AMO), nel ruolo di Myrtle Wilson.
Un punto per il cast, veramente ben fatto. Purtroppo, altrettanto poco sfruttato da un film che si basa sul nulla, con una sceneggiatura debole e una regia lenta e a tratti noiosa.
Inutile dire che dal trailer i film son tutti una bomba, e inutile dire che i libri sono sempre meglio.




Insomma, hanno giocato parecchio sull'impatto che il cast potesse dare al film, però dubito che possa sbancare al botteghino con una storia trasportata per la quarta volta in una maniera poco incisiva, poco coerente, poco capita forse.

Baz, caro Baz.. Tu mi hai sfornato dei capolavori (vedi Romeo + Giulietta, Moulin Rouge), da qualche anno a questa parte hai iniziato a toppare alla grande. Amico, datti una svegliata, te prego. 



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